Top

Giovedì 2 maggio a Cave: “Cave e i Colonna, una Storia di Famiglia”

Tra le località italiane, custodi di arte e cultura, ci piace oggi nominare Cave, nella provincia di Roma, a 40 chilometri dalla Capitale ai piedi dei Monti Prenestini, circa 12 mila abitanti circondati da boschi di castagno e ceduo.

Tanti gli autori di testi dedicati a ricerche sulla storia di Cave, Alessandro Pasquazzi, presenterà il suo libro  “Cave e

i Colonna, una Storia di Famiglia”, in occasione della cerimonia che si terrà il prossimo 2 Maggio nella città di Cave, presso il Palazzo Comunale, per intitolare l’Aula Consiliare del Municipio a <Odoardo Colonna>, del ramo di Genazzano della famiglia, nato intorno al 1414 secolo da Lorenzo Onofrio e Sveva Caetani.

Odoardo Colonna beneficiò, insieme ai fratelli Antonio e Prospero, della politica nepotistica del pontefice che nel 1425 concedeva in feudo perpetuo ai tre nipoti Paliano, la cui Comunità si era adoperata a favore di questa concessione.   Il 1° giugno del 1427 il pontefice volle dividere i beni della famiglia, fu così che Cave insieme a Genazzano, Olevano, Rocca di Cave, Capranica, San Vito, Ciciliano, Pisciano, Paliano e Serrone rimase ai fratelli Colonna.

Il primo cittadino Angelo Lupi ha fortemente desiderato tale intitolazione all’Aula Consiliare del Municipio ritenendolo un

A. Lupi

atto dovuto alla famiglia Colonna che è parte integrante della storia di Cave.  Il sindaco di Cave è al suo secondo mandato durante i quali in più occasioni ha pubblicamente invitato i cittadini a proporre iniziative nell’interesse comune.

L’avvocato Alessandro Pasquazi, di Cave, appassionato di storia ma ancor più della storia della sua città, ha pensato ad un Testo che non pretende avere uno stampo scientifico ma un sincero contributo alla memoria di una delle famiglie baronali più importanti, se non la più importante, nel panorama storico medievale sino all’epoca contemporanea: i Colonna.

Ogni singola pagina del libro <Cave e i Colonna, una Storia di Famiglia> di Alessandro Pasquazi,

A. Pasquazzi

contiene la narrazione di un episodio, personaggio, aneddoto legati sempre dal duplice filo conduttore ripreso nel titolo Cave e i Colonna”

La cerimonia sull’intitolazione all’Aula consiliare dedicata a Odoardo Colonna avverrà alla presenza dei cittadini partecipanti e delle Autorità; alla presentazione del libro di Alessandro Pasquazzi, moderato dal giornalista Alessandro Zappulla, interverranno S.E. il Principe don Prospero Colonna, il sen. Claudio Lotito, l’on. Giorgio Simeoni, l’assessore alla cultura Silvia Baroni

 

 

Cave fu uno dei più antichi castelli del medioevo nel Lazio, feudo dei Colonna, come lo dimostra ancora oggi le vestigia dell’antico castello e delle sue mura.

Non vi è dubbio che furono proprio I Colonna ad essere particolarmente protagonista in quel di Cave.

Un’antica famiglia romana la cui storia inizia nove secoli fa. Il primo esponente documentato è infatti Pietro, vissuto tra il 1078 e il 1108 nella campagna al sud di Roma, nei pressi del paese di Colonna, che dá il nome alla casata.  Da allora fino ai nostri giorni si succedono 31 generazioni di famiglia, il cui ramo principale si stabilisce a Roma ai primi del 1200 alle pendici del colle del Quirinale.

Il territorio di Cave nel medioevo era chiamato ‘’territorium Trebanense’’, confinava già con i comuni di Valmontone e di Genazzano attraverso l’antica via Trebana, Morino-Potano-Valli, che s’immetteva nella Prenestina delle Selci proveniente da Preneste, formando un trivio, da cui forse viene il nome ‘’Trebium’’.

Durante la guerra tra l’imperatore Carlo V d’Asburgo e il re di Francia Francesco I di Valois, la storica casata patrizia

Carlo V d’Asburgo

romana famiglia Colonna, fu tra le più antiche documentate dell’Urbe e una delle più

Francesco I di Valois

importanti nel Medioevo, presero le parti degli imperiali, mentre papa Clemente VII si schierò con i francesi.   Nel dicembre 1526 Clemente VII ordinò di armare un esercito, che rase al suolo Cave unitamente ad altri tredici feudi laziali dei Colonna, tra cui Marino, Zagarolo, Gallicano, Artena, Subiaco.

Siamo in pieno Rinascimento quando a Cave avvenne la cosiddetta “Guerra del sale” o guerra di campagna, fu combattuta tra lo Stato Pontificio, sotto papa Paolo IV, e la Spagna, dal settembre 1556 al settembre 1557 e si concluse con un Trattato Pace proprio a Cave.

Il 13 settembre del 1557 a Palazzo Leoncelli venne sottoscritto l’accordo di pace dai cardinali inviati da Papa Paolo IV e da Fernando Alvarez de Toledo rappresentante di Re Filippo di Spagna, ponendo fine alla guerra.

Il trattato prese il nome di “Pace di Cave”, questo pose fine alla “Guerra di Campagna” combattuta tra la Spagna e il Papato, che aveva insanguinato buona parte del Lazio. L’accordo permise a Marcantonio Colonna di recuperare il Ducato di Paliano, sottrattogli dal pontefice, che lo aveva donato al nipote Giovanni Carafa. Il trattato di pace, tra le clausole, prevedeva la smilitarizzazione della fortezza di Ferentino, che cessò di essere capoluogo della Campagna e Marittima.

Nel maggio 1296, venne emanato il primo Statuto di Cave sottoscritto dagli abitanti del borgo e Riccardo de Militiis della famiglia degli Annibaldi: lo statuto, composto da 46 disposizioni, garantiva agli abitanti di Cave la libertà e stabiliva diritti e doveri. Il rotolo pergamenaceo è oggi conservato presso l’archivio della Famiglia Colonna.

Mentre nel 31 marzo 1307 un secondo importante Statuto sarà concesso agli abitanti dal nobile Riccardo di Tebaldo Annibaldi, 116 disposizioni, contenenti specifiche rubriche relative alle cause civili e ai danni dati a persone e cose. La copia originale è un manoscritto membranaceo oggi conservato presso l’archivio Orsini.

È documentato nel 1461 il transito a Cave di Papa Pio II Piccolomini che si recava da Subiaco a Tivoli. Secondo alcuni autori il Papa si fermò alla Fonte di Santo Stefano che era in consegna ai padri Agostiniani, ove usufruì dell’acqua le cui proprietà terapeutiche erano note fin dai tempi più antichi.

Nel secolo X a circa un miglio dall’antico centro di Cave ‘’Castrum Trebarum’’ verso Praeneste dove erano presenti le cave di pozzolana e tufo, stava nascendo un nuovo centro abitato detto “Cavarum Terra” dal quale deriva l’attuale etimologia della città di Cave.

Nello stesso periodo abbiamo una Bolla del Vescovo di Palestrina Stefano II che riconosceva la Chiesa di San Lorenzo Martire.  Con Oddone Colonna da Genazzano ovvero papa Martino V, Cave conobbe un periodo felice sia dal punto di vista della riurbanizzazione del Centro Storico che per l’esonero da numerose imposte.

Una data storicamente importante per Cave è il 1462, la scelta testamentaria di Odoardo Colonna di eleggersi sepoltura

Odoardo Colonna

presso la Chiesa di Santo Stefano, determinò un richiamo di interesse verso la città; nel testamento egli stabilì pure il lascito alla moglie Filippa di numerose cose e proprietà tra cui la rendita del “montano di Cave”.

Sono questi gli anni in cui l’influsso degli affari e delle vicende della famiglia Colonna divenne estremamente significativo per Cave. Infatti, un terzo Statuto attribuito alla famiglia Colonna risalente alla prima metà del 1500 è oggi conservato nell’Archivio di detta famiglia.

Cave fu teatro di sanguinosi scontri, nel 1482, durante la guerra fra il papa Sisto IV e i Colonna, i Savelli e i Della Valle; nel 1484 al riaccendersi delle ostilità fra lo stesso Sisto IV e i Colonna. Poi fu conquistato e messo a fuoco dai soldati del cardinal Cosenza, inviati dal Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) che aveva privato i Colonna dei loro diritti sul feudo.

Dalla fine del 1500 Cave visse un periodo di Pace caratterizzato dalla presenza di Ordini religiosi, dal fiorire delle confraternite e dalla costruzione delle chiese ancor oggi esistenti.
La maggior parte della popolazione si dedicava ai lavori dei campi e, grazie alla ricca vegetazione, a mestieri connessi con la lavorazione del legno: il boscaiolo, il carboniaio, il falegname, il commerciante di prodotti lignei.

Era frequente che le donne si dedicassero, fra l’altro, anche al mestiere di balia. Fu una balia di cave, Teodora Putrella, ad allattare il principe Fabrizio Colonna, e, per tale ragione, i suoi discendenti furono esonerati dal pagare ogni dazio e gabella.

Con atto notarile del 21 dicembre 1789 Don Filippo Colonna donò parte di Palazzo Leoncelli alla congregazione Pie Filippini, inoltre, assicurò il mantenimento di tre suore-maestre affinché istruissero ed educassero con valori cristiani i fanciulli del popolo di Cave.

Nel 1854 i Colonna (famiglia) vendettero il loro palazzo alla benestante famiglia Gramiccia, di Cave.

Nel 1880, il Cardinale Antonio Saverio De Luca, vescovo diocesano, con proprio decreto proclamava la Madonna del Campo patrona primaria di Cave insieme a san Lorenzo: “Patronam aeque principalem Cavarum cum sancto Laurentio levita et martyre…’’.

 

 

GIOVEDI’ 2 MAGGIO 2024 ORE 17

al

PALAZZO COMUNALE

di

CAVE

 

 

https://www.galleriacolonna.it/i-colonna
wikipedia.org
www.treccani.it (Franca Petrucci)
odcectivoli.info
Share
Translate »