Top

Una nuova cultura dell’accoglienza nel percorso di inclusione del rifugiato

Nel percorso di inclusione del rifugiato, quello che spesso manca è un adeguato inserimento nel mercato del lavoro o aver trovato una sistemazione adatta in cui vivere, ed in questo dobbiamo dare merito ad una delle Organizzazioni più note ed attive in Italia “Refugees Welcome Italia ONLUS

Refugees Welcome Italia ONLUS è un’associazione apolitica, costituita nel 2015, appartenente al network europeo Refugees Welcome International, fondato a Berlino nel 2014 e ora attivo in 15 Paesi.
Refugees Welcome Italia Onlus è costituita da professionisti e facilitatori con competenze multidisciplinari e una solida esperienza nel campo delle politiche dell’accoglienza e dell’inclusione sociale, distribuiti in tutta Italia attraverso Team territoriali, promuovendo l’accoglienza dei rifugiati in famiglia: aiutare famiglie e rifugiati ad incontrarsi, conoscersi e avviare la convivenza, sostenendoli e seguendoli durante tutto il percorso.

Refugees Welcome Italia ONLUS offre ospitalità a coloro che, ottenuto lo status di rifugiato o altra forma di protezione, sono in uscita dai centri di accoglienza, ma non sono ancora pienamente indipendenti e rischiano di trovarsi in una dimensione di marginalità che può compromettere i primi passi compiuti per inserirsi nel nostro Paese. Ancor più a rischio i più giovani, ragazzi stranieri arrivati in Italia da minorenni, soli, senza famiglia al seguito. Generalmente vengono accolti in centri dedicati, dove iniziano un percorso di integrazione che solitamente viene poi interrotto al compimento della maggiore età, quando sono costretti a lasciare queste strutture per andare nei centri per adulti.

Prima di illustrare il lavoro svolto dalla ONLUS, è importante chiarire alcune definizioni ed acronimi che riguardano il Rifugiato e lo facciamo riprendendolo esattamente dal sito dell’ONLUS REFUGEES WELCOME ITALIA:

La condizione di rifugiato è definita dalla Convenzione di Ginevra del 1951, un trattato delle Nazioni Unite firmato da 147 paesi. Nell’articolo 1 della Convenzione si legge che il rifugiato è una persona che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese”.
Dal punto di vista giuridico-amministrativo, il rifugiato è una persona cui è riconosciuto lo status omonimo perché, se tornasse nel proprio paese d’origine, potrebbe essere vittima di persecuzioni. Per persecuzioni s’intendono azioni che, per la loro natura o per la frequenza, sono una violazione grave dei diritti umani fondamentali, e sono commesse per motivi di razza, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza a un determinato gruppo sociale. L’Italia ha ripreso la definizione della Convenzione nella legge numero 722 del 1954.

Un richiedente asilo è una persona che, avendo lasciato il proprio paese, chiede il riconoscimento dello status di rifugiato o altre forme di protezione internazionale. Fino a quando non viene presa una decisione definitiva dalle autorità competenti di quel paese (in Italia è la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato), la persona è un richiedente asilo e ha diritto di soggiornare regolarmente nel paese, anche se è arrivato senza documenti d’identità o in maniera irregolare.
Chi beneficia della protezione umanitaria non è riconosciuto come rifugiato, perché non è vittima di persecuzione individuale nel suo paese, ma ha comunque bisogno di protezione e/o assistenza perché particolarmente vulnerabile sotto il profilo medico, psichico o sociale o perché se fosse rimpratriato potrebbe subire violenze o maltrattamenti.

La protezione sussidiaria è una forma di protezione internazionale riconosciuta a chi rischia di subire un danno grave se rimpatriato, a causa di una situazione di violenza generalizzata e di conflitto. Inoltre può ottenere la protezione sussidiaria chi corre il pericolo di subire tortura, condanna a morte o trattamenti inumani o degradanti per motivi diversi da quelli previsti dalla convenzione di Ginevra.
I minori stranieri non accompagnati sono quei minori stranieri che si trovano in Italia senza genitori o altri adulti per loro legalmente responsabili. Oltre ai minori completamente soli, rientrano in questa definizione anche i minori che vivono con adulti diversi dai genitori che non ne siano tutori o affidatari in base a un provvedimento formale.

l Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati è un progetto nazionale costituito dalla rete degli enti locali che, con il supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata a rifugiati, titolari di protezione sussidiaria e umanitaria. Lo Sprar, quindi, realizza progetti di accoglienza che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, al fine di garantire l’integrazione e l’inserimento socio-economico. Le caratteristiche principali del sistema di protezione sono: il carattere pubblico delle risorse, messe a disposizione e degli enti politicamente responsabili dell’accoglienza come il Ministero dell’Interno e gli enti locali, secondo una logica di governance multilivello; la volontarietà degli enti locali nella partecipazione alla rete dei progetti di accoglienza; la promozione e lo sviluppo di reti locali, con il coinvolgimento di tutti gli attori e gli interlocutori privilegiati.
I Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) sono centri di prima accoglienza gestiti direttamente dalle Prefetture, che li affidano tramite bandi a soggetti di vario tipo. Non sono previsti servizi aggiuntivi oltre al vitto e all’alloggio, a meno che tali servizi non vengano previsti dal bando della Prefettura.

Dopo aver illustrato le varie definizioni che meglio ci fanno comprendere la posizione di rifugiato, andiamo ora a vedere il prezioso lavoro di Refugees Welcome Italia, che inizia dall’iscrizione attraverso il sito www.refugees-welcome.it , dove famiglie che desiderano aprire le porte della propria casa per accogliere un rifugiato, almeno 6 mesi, potranno contare sull’assistenza di un team di professionisti altamente qualificati, che si preoccuperanno di trovare la giusta compatibilità tra chi accoglie e l’ospite.
Nulla è improvvisato, i volontari di Refugees Welcome Italia agiscono secondo collaudate metodologie frutto di esperienza e impegno sul campo e maturato grazie al confronto con tutti gli attori coinvolti: famiglie, rifugiati, facilitatori, operatori delle associazioni, con cui collaborano in tutta Italia, dall’iscrizione sulla piattaforma alla conclusione della convivenza: tutto l’iter è seguito, monitorato e facilitato da team territoriali.

Le “famiglie” disposte ad accogliere, possono essere coppie con o senza figli, singoli cittadini, coinquilini, pensionati. È un ruolo spontaneo e di volontario, accogliere nella propria casa un rifugiato, è manifestazione di apertura non solo d’animo ma anche di profondo senso civico e fratellanza, porgere la mano a chi meno fortunato e ha bisogno di essere incoraggiato a rimettersi in gioco con le proprie risorse e potenzialità, il sostegno di chi accoglie sarà un importante contributo nel percorso di inserimento nel nostro Paese.
Ospitare in casa un rifugiato, aiutando così una persona a costruire un progetto di vita nel nostro Paese, è la formula di aiuto umanitario più naturale che si possa compiere, ma alo stesso tempo significa anche avere l’opportunità di conoscere una nuova cultura, ed insieme creare integrazione.
Generalmente i rifugiati sono persone giovani, di età compresa fra i 18 e i 35 anni, che hanno ottenuto un permesso di soggiorno, ma non hanno ancora la possibilità di andare a vivere da soli. Il periodo della convivenza è un momento fondamentale per diventare indipendenti. Chi si renderà disponibile all’accoglienza potrà contare sul supporto dell’Associazione, per consentire l’ospite di riprendere a studiare, trovare un lavoro, frequentare un corso di formazione professionale e quant’altro lo renderà autonomo e indipendente.

Il Progetto, al momento, non fa parte del sistema istituzionale di accoglienza gestito dal Governo italiano, Refugees Welcome Italia è una ONLUS., non realizza profitti con il suo lavoro e si sostengono esclusivamente grazie alle donazioni di enti privati e cittadini. Dunque non beneficia di alcun sussidio giornaliero previsto dal Ministero dell’Interno per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Al momento, per le famiglie che ne fanno richiesta, si potrà giusto attivare delle campagne di raccolta fondi per sostenere economicamente la convivenza.

Naturalmente Sia la famiglia, sia il rifugiato possono in qualsiasi momento chiedere di porre fine alla convivenza, se non sono a loro agio o se ci sono problemi nella relazione. Nella migliore delle ipotesi dopo sei mesi, l’ospite potrebbe aver raggiunto la possibilità di poter continuare indipendentemente il proprio percorso, ma se la convivenza è gradita da entrambe le parti, si potrà continuare oltre il limite di tempo stabilito inizialmente, Refugees Welcome Italia sarà sempre presente a curare i rapporti sia in caso di continuità che nella ricerca di un’altra sistemazione con un’altra famiglia.

IN SINTESI:

ISCRIZIONE
Tutte le persone – famiglie, pensionati, single, studenti – che hanno a disposizione una camera libera e desiderano utilizzarla per ospitare un rifugiato possono registrarsi.

INTERVISTA TELEFONICA
Dopo la registrazione, un facilitatore dell’Onlus chiama la persona che si è iscritta per capire le sue aspettative e le sue motivazioni rispetto alla possibilità di accogliere un rifugiato. È un primo contatto a cui seguono ulteriori approfondimenti.

FORMAZIONE
Le famiglie interessate ad ospitare sono invitate a partecipare al corso di formazione che organizziamo. È un momento fondamentale per conoscersi e per essere adeguatamente informati sulla realtà dei rifugiati, poter fare domande e conoscere le altre storie di convivenza già avviate.

VISITA A CASA
Dopo il primo contatto telefonico e la partecipazione al corso, si passa alla visita a casa della famiglia che desidera accogliere, per conoscerla meglio e vedere l’ambiente che ospiterà il rifugiato.

ABBINAMENTO
Se i passaggi precedenti sono andati bene, si può abbinare la famiglia con il rifugiato. L’abbinamento viene studiato sulla base delle caratteristiche della famiglia e dei rifugiati stessi, a loro volta precedentemente intervistati e selezionati dai nostri facilitatori. I fattori valutati spaziano dagli aspetti individuali e personali, alle esigenze legate al lavoro e alla vita quotidiana.

INCONTRO DI PERSONA
Una volta individuato un potenziale abbinamento, si passa ad una serie di incontri di persona, sempre con la nostra mediazione, in cui la famiglia e il rifugiato si conoscono e decidono se iniziare a vivere insieme o no. Questi appuntamenti sono fondamentali per costruire la base di fiducia su cui nascono le nostre convivenze.

INIZIO CONVIVENZA
Se gli incontri hanno esito positivo, la convivenza può avere inizio. La famiglia e il rifugiato sottoscrivono il contratto di ospitalità, un documento utile a impostare al meglio la convivenza e a definirne tutti gli aspetti.

PROGETTO DI AUTONOMIA
Durante la convivenza, parte ufficialmente il progetto di autonomia che il rifugiato ha elaborato insieme a noi: riprendere a studiare, trovare un lavoro, frequentare un corso di formazione professionale.

CROWDFUNDING
Refugees Welcome non prevede un contributo economico per le famiglie che ospitano. È comunque possibile lanciare una campagna di raccolta fondi per sostenere le spese della convivenza. Refugees Welcome Italia ONLUS consiglia il crowdfunding: attivando la rete di amici e familiari, è possibile raccogliere piccole donazioni per far fronte alla quotidianità.

FINE CONVIVENZA
Quando la scadenza dei 5 mesi si avvicina, si fa il punto della situazione. Se il rifugiato non è ancora indipendente e chi lo ha accolto non può continuare ad ospitarlo, la Onlus provvederà a trovargli un’altra sistemazione in famiglia.

TANTE LE BELLE STORIE DI CONVIVENZA che potranno essere lette direttamente dal sito ufficiale di Refugees Welcome Italia.

Redazione ASE

Share
Translate »