Musicoterapia come strumento di comunicazione non-verbale, per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico
“… Comfortably numb
Hello,
Thereis no pain, you are receding
O.K.
Thereis no painyou are receding are saying
|
Piacevolmente insensibile
Ciao, c’è qualcuno là dentro?
Non c’è dolore, stai solo recedendo
O.K.
Non c’è dolore, stai solo recedendo Il fumo lontano di una nave all’orizzonte che dici Con la coda dell’occhio ——- Comfortablynumb – Pink Floyd Di Roger Waters e David Gilmour – Pink Floyd Dall’album: The Wall – EMI Records, 1979 |
L’utilizzo della Musica come strumento di espressione e modulazione della
crescita emotiva e cognitiva in adolescenza e prima età adulta
(Professor A. Hadjichristos (UK)*, Prof. R. Ruggieri (IT) **, Dott. Ilario Mammone (IT)***,
Dott.ssa I. Bandini (IT-UK) ***, Dott.ssa A. Lo Grande (IT)***.
* Telemedicine Services LTD, Uk;
** R. Ruggieri direttore della scuola di musica “Madville “ di Roma;
***SIPsi (Società Italiana di Psichiatria e Psicologia);
L’attuale condizione sociale, che si è sviluppata bruscamente in queste settimane in forma di emergenza generale, causa Coronavirus, presenta dei sicuri risvolti su un piano di sofferenza psicologica e psichiatrica sulla popolazione generale.
Infatti, è indubbio che, nonostante la capacità di resilienza alle patologie psichiche di gran parte del genere umano, circa il 50% della popolazione coinvolta nell’emergenza (Psychiatric News Alert, 25 marzo 2020) mostrerà sintomi e segni inequivocabili, per lo meno, di disturbi d’ansia generalizzata, se non disturbi dell’adattamento e/o da stress post-traumatico. Ovviamente, gli individui sintomatici, richiederanno in gran parte, un trattamento specialistico psichiatrico e/o psicologico.
Oltre a ciò, in realtà, diversi specialisti del settore, tra cui anche psicologi, sociologi e non solo, valutano nel medio e lungo termine post emergenza, la presenza di fattori bio-psico-sociali invalidanti su quello che potrebbe essere il normale sviluppo della personalità dei più giovani.
La lunga assenza dalle aule scolastiche che si propone, la rivisitazione delle modalità di relazione sociale nel gruppo dei pari, nonché, nell’ambito familiare, sportivo, ludico-esperenziale, potrebbe condurre a difficoltà importanti nell’equilibrio dello sviluppo della personalità, non solo in termini di struttura temperamentale (prevalentemente ereditata geneticamente), ma principalmente sulla condizione di crescita caratteriale, la quale viene influenzata dalle esperienze individuali e dalle scelte comportamentali (R.C. Cloninger, scritti 1986-oggi).
Il focus dell’attuale articolo, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e quella specialistica, a pensare a forme alternative integrate di supporto pratico alle capacità cognitivo-emotive dell’individuo in via di sviluppo, e, prevalentemente l’età 10-14 anni, ove gli adolescenti rappresentano una popolazione ad alto rischio e fortemente suscettibile allo stress dell’attuale periodo.
Strumenti moderni per l’integrazione delle discipline bio-psico-sociali
È noto come la generazione zeta, nata e cresciuta successiva ai millenials (1995-2010), sia stabilmente e costantemente interconnessa a distanza, grazie alle moderne tecnologie di comunicazione digitale. Infatti, se pensiamo anche alla popolazione successiva, quindi dai 10 aa in su, la maggioranza è in grado di utilizzare con notevole capacità e duttilità tali strumenti, siano propri che dei genitori.
Le APP che permettono la socializzazione a distanza, rappresentano senza dubbio quelle con il maggior numero di utilizzatori (vedi successivamente).
Ora, senza perderci in dissertazioni inutilmente lunghe, il nostro focus attuale vuole concentrarsi su uno dei mezzi di maggior impatto in mano ai giovani: il campo della musica, sia come produttori (singer), ma anche come uditori/fruitori e successivamente come amplificatori della stessa, ove in molti casi, gli stessi uditori/fruitori diventano protagonisti, immortalandosi in video ove ballano e/o cantano a loro volta brani di successo (Tik-Tok, i.e.).
Che X-factor a livello italiano e mondiale sia stato un campione di share (al di là della qualità tecnica proposta e altre speculazioni, come dopo spiegheremo), dimostra l’attenzione massima del pubblico, soprattutto giovanile in questo campo.
La musica, intesa a 360 gradi, rappresenta uno strumento poliedrico, di facile e immediato utilizzo, indirizzato e fruibile da tutti, socialmente accettato e condiviso, con bassissimo rischio di stigmatizzazione.
Di fatto dalla rivoluzione culturale degli aa ’60 del 1900 ad oggi, la musica è stata non solo la colonna sonora di diverse generazioni, ma al pari dell’Opera Verdiana nel Risorgimento, una modalità di comunicazione tra pari e non, atta da definire e diffondere nuovi concetti di libertà, individualità, scelte di indirizzo sociale e economico, individuale e sessuale, passaggi di cultura e riorganizzazione del lessico concettuale e semantico, lotta alle stigmatizzazioni, oltre che modalità potentissima di espressione dei vissuti emotivi degli esseri umani e ineguagliabile veicolo identitario.
La musica integrata alla psicologia della salute e del benessere come strumento di prevenzione secondaria
Da quanto sopra riportato, il lettore attento avrà, già, iniziato a comprendere sempre maggiormente, il messaggio che si vuole trasmettere:
lo stato attuale che si sta sviluppando, nei termini psicologici, evolutivi, sociali, psicopatologici, nella popolazione sensibile e esposta, e cioè, in questo caso gli adolescenti compresi in una fascia di età tra i 10 e i 14 aa, permette di presupporre la ricerca di strumenti (duttili e versatili, immediati, già conosciuti e di interesse, economicamente sostenibile) atti a intraprendere un possibile programma di prevenzione secondaria dei possibili danni a medio e lungo termine a carico dello sviluppo della personalità dell’individuo, danni dati dalle ricadute sulla salute e sul benessere (intesi come integrazione ed armonizzazione di Bios e Psiche) riconducibili all’attuale condizione di emergenza e urgenza sanitaria.
Pensare alla possibilità di intraprendere, direttamente o tramite i social network, un programma integrato di intervento preventivo secondario indirizzato alla categoria degli adolescenti, ci porta a definire alcuni aspetti, che discuteremo qui di seguito e che fondano le basi teoriche e pratiche di un possibile intervento. Sottolineiamo, come, la prevenzione secondaria, avente come obbiettivo l’individuazione precoce degli individui con disfunzione, disturbo o ad alto rischio di svilupparne, sia uno strumento irrinunciabile per poter implementare qualsivoglia intervento psicosociale, educativo e/o terapeutico, sia in senso abilitativo che riabilitativo. La prevenzione secondaria può essere mirata a piccoli gruppi di soggetti o può essere effettuata su larga scala. Un esempio d’intervento mirato su pochi individui è rappresentato dalle indagini epidemiologiche a seguito di un caso di malattia infettiva, mentre gli interventi ad ampio spettro, rivolti a gruppi di popolazione omogenei (per età sesso, ecc.) e numerosi sono definiti screening. Nel nostro caso, l’individuazione precoce di una serie di fattori di rischio (atteggiamenti, comportamenti, stati mentali ed emozionali, etc.) per un disturbo o di una disfunzione, e dei fattori che la determinano, mantengono e rafforzano, è fondamentale perché rende attuabili, in un secondo momento, interventi mirati ed efficaci su larga scala.
Lo stato attuale delle conoscenze socio-psicologiche
Prima di illustrare nel dettaglio l’idea alla base della proposta progettuale è utile considerare l’attuale panorama scientifico relativo alle conoscenze acquisite dalla psicologia, dal campo dell’educazione musicale, nonché dalla neurobiologia rispetto all’effetto psichico/cerebrale della musica nell’essere umano.
Senza essere prolissi e dilungarsi oltre, basta citare alcuni studiosi del settore come, Silvia Vegetti Finzi, la quale scrive, “omissis … Oltre a rappresentare un fenomeno culturale di proporzioni vastissime, la musica acquista per i ragazzi significarti profondi che spesso sfuggono alla comprensione degli adulti. Il suo linguaggio sempre più multietnico … rappresenta un inno di appartenenza al gruppo, un lessico in cui tutti si riconoscono e in cui confluiscono le stesse emozioni condivise.
La musica ha anche un grande potere calmante, consente di dare un significato simbolico a sentimenti emozioni e angosce che altrimenti rischiano di debordare…Ascoltarla in solitudine favorisce la concentrazione, crea una barriera che protegge l’ascoltatore da intrusioni esterne ma anche dalle proprie ansie. Ed è proprio per questo che i ragazzi si chiudono per ore nelle loro stanze ad ascoltare musica quando si sentono in ansia, soli, depressi, o al contrario sovraeccitati … omissis”.
Questo passo tratto da “L’Età incerta”, di Silvia VegettiFinzi, (Oscar Mondadori, pp 172-174) racchiude in buona parte il significato di quanto stiamo qui riportando: la musica è sfogo, intrattenimento e riflessione.
Il tempo che gli adolescenti dedicano all’ascolto della musica si aggira intorno alle due tre ore al giorno (North, Hargreaves&O’Neill, 2000) e ricopre prevalentemente due funzioni, una sociale, di integrazione e socializzazione con il gruppo dei pari, che contribuisce alla strutturazione dell’identità e una individuale (Bakagiannis e Tarrant, 2006) ovvero come strumento di regolazione emotiva, di contenimento delle emozioni, di contatto con il proprio mondo interiore, attraverso l’esplorazione del proprio mondo emotivo evocato dalla musica, oppure, di fuga, ovvero di evitamento dello stesso.
È probabile che queste due funzioni della musica o meglio questi due “utilizzi”, della musica, non siano nettamente distinte o consapevoli, ma che si alternino, prevalendo l’uno sull’altro. Queste funzioni non possono neanche essere definite buone o cattive, in quanto ciò sembra dipendere da una varietà di fattori rispetto all’appropriatezza dell’una o dell’altra, all’interno della vita dell’adolescente.
Quello che si può, però, affermare con sufficiente sicurezza è che la funzione di fuga, ovvero di evitamento dal proprio mondo emotivo, che può in talune situazioni essere funzionale e di aiuto, può altresì sfociare nell’isolamento, diventando inevitabilmente disadattivo, quando questo rappresenti l’unico modo attraverso cui si riesce a gestire uno stato emotivo intenso.
Per tanto, riteniamo che “attraverso” la funzione psico-sociale, si possa lavorare sulla funzione individuale, utilizzando lo strumento “musica” in senso ampio, come mezzo di comprensione, di contatto interiore, di accesso al proprio mondo interno (dell’adolescente e non solo), nonché, come possibile forma di comunicazione, verbalizzazione, espressione di quello stesso mondo interno (self, conscio inconsapevole o inconscio), che difficilmente trova adeguata comunicazione, attraverso l’espressione verbale, soprattutto nel mondo odierno, ove il ritmo frenetico attuale (fino alla quarantena) lasciava poco spazio/tempo all’espressione di ciò.
Lo stato attuale delle conoscenze bio-psico-sociale riferite al campo musicale (Lo Grande)
La musica può avere significati diversi a seconda che ad ascoltarla sia un uomo adulto, una donna anziana o un adolescente. Può avere un’accezione diversa a seconda che sia la ninna nanna di una mamma o la performance di un professionista o ancora il sogno di un artista (Miranda, 2013); questo in quanto, ogni volta, il nostro cervello “registra” la musica in base alle emozioni e allo stato d’animo che in quel momento proviamo noi e chi la ascolta con noi.
La prospettiva bio-psico-sociale è in grado di mostrare come, la musica, venga recepita dal nostro cervello ed espressa tramite i complessi sentimenti che proviamo.
Lo studio di “Nature” condotto sulla risposta emozionale all’ascolto di musica piacevole e non piacevole, ha mostrato come, la musica dissonante, attivasse regioni limbiche implicate nel processamento emotivo di stimoli ambigui o non piacevoli, mentre, pian piano, che aumentava l’assonanza, si attivavano aree nella neocorteccia, implicate nell’espressività emotiva e nell’attivazione di ricordi piacevoli (Blood, 1999).
Il nostro cervello durante lo sviluppo prosegue a maturare aree differenti che sottendono a diversi ruoli (Mc Lean, 1974). In particolare, il sistema limbico, che condividiamo con i nostri cugini mammiferi e sviluppiamo nei primi anni di vita, ci permette di analizzare ed esplicitare le nostre emozioni.
Sin dalla prima infanzia i bambini sono, infatti, capaci di mostrare gioia, paura, tristezza e rabbia senza, però, avere la capacità di regolazione emotiva tipica dell’età adulta.
E’, soltanto, durante l’adolescenza che inizia la maturazione del sistema neocorticale, deputato al controllo e all’inibizione degli stimoli emotivi. Quest’ultimo permette lo sviluppo delle capacità più critiche e razionali dell’essere umano.
L’adolescenza, perciò, da un punto di vista psico-biologico viene definita, come un periodo di crescita e transizione, poiché, a fianco dei cambiamenti all’immagine di sé troviamo un’evoluzione anche nella maturazione delle strutture cerebrali.
Ad esempio, uno studio condotto su studenti americani ha mostrato come sia proprio durante questo periodo (12-19 anni) che le ore passate ad ascoltare musica arrivino ad essere circa 10.000 (Roberts et al.,2009).
Lo stravolgimento fisiologico della crescita neurobiologica, porta gli adolescenti ad affrontare nuovi stress e a ricercare strategie che possano aiutarli.
La musica, che sia composizione attiva, canto o semplice ascolto, permette, durante questa fase di plasticità cerebrale, di esprimere sentimenti ed emozioni che, altrimenti, rimarrebbero celati, latenti o inespressi. Possiede una funzione espressiva e sociale, permette all’adolescente di creare legami e aumentare sentimenti di vicinanza con chi egli percepisce essere più simile a lui, e quest’effetto è stato osservato non solo a livello sociale e psicologico, ma anche biologico, grazie all’aumento dell’ossitocina (ormone della socialità e non solo) in situazioni in cui comporre o ascoltare musica avviene in compagnia (Nilsson, 2009).
Gli studi di Neuro Imaging (PET e RMI) permettono di rendere visibile il legame tra l’ascolto e/o la composizione di ritmi musicali e l’attivazione delle aree cerebrali sottese all’espressività emotiva, mostrando come la musica sia in grado di stimolare la produzione di neurotrasmettitori implicati nelle sensazioni di benessere e appagamento (dopamina) (Menon e Levitin, 2005).
Lo studio di Fauvel (Fauvel et al., 2014), ha mostrato come il volume di materia grigia aumenti in musicisti esperti, accrescendo le loro capacità linguistiche e mnemoniche.
Infine, in ambito neuroriabilitativo, lo studio di Koshimori ha osservato come imparare a suonare uno strumento migliori le capacità attentive, di ragionamento logico e di coordinazione visuo motoria, in pazienti neuropsichiatrici sottoposti a trattamento, aprendo la strada all’utilizzo della musicoterapia, non solo nelle tecniche psicoterapiche, ma, anche, nella riabilitazione neuro-psicologica e psico-motoria (Koshimori et al.,2019).
Sembra, dunque, che, in questa delicata fase di modificazioni ormonali, psicologiche e sociali, qual è l’adolescenza, soprattutto in questo periodo, la musica possa rappresentare un percorso che accompagni i ragazzi verso una migliore conoscenza di loro stessi e di quello che provano, aiutandoli a non farli sentire soli e a sviluppare appieno ogni loro capacità.
Lo stato attuale delle conoscenze sulla musica come strumento di penetrazione e diffusione nelle popolazioni giovanili, anche a livello di prevenzione e miglioramento della salute psico-fisica (Ruggero)
Umberto Eco, nel “ IL CODICE DEL MONDO” ci spiega che la musica è un linguaggio codificato con una struttura sintattica propria conosciuta trasversalmente in tutte le culture “omissis … È indubbio che, al di là dei vari sistemi tonali, esista nella musica un codice che regola i rapporti dei suoni tra loro, visto che questi rapporti sono esprimibili in termini di metalinguaggio matematico. Omissis… Anche se una sequenza musicale non intendesse comunicare alcunché, essa sarebbe tuttavia interpretabile … Si noti che, al limite, il processo di interpretazione può essere inconscio, o comunque non riconoscibile subito come tale: da Peirce a Husserl si è ormai riconosciuto che esistono processi interpretativi anche a livello della percezione e della sensazione…” ed ancora “omissis… Che la musica possa indurre dei comportamenti lo sappiamo quando usiamo una marcia militare piuttosto che una marcia funebre o una polka … omissis”.
La musica rappresenta, di fatto la forma di metalinguaggio più diffusa al mondo. Giovani di tutte le nazioni ascoltano la stessa musica provando emozioni simili, spesso si incontrano in occasione di live internazionali e condividono in quel momento la grande esperienza di sentirsi uguali al di là di religioni, razze, culture, lingue. L’esperienza si ripete ogni giorno tra i giovanissimi, che si incontrano tra loro e ascoltano musica comunicandosi le emozioni senza l’uso di parole. L’empatia che si crea nel gruppo dei pari, è basato sulla condivisione e fortifica il legame tra gli adolescenti facendoli sentire sempre più integrati socialmente.
Ma la musica non ha solo un’importanza nella condivisione, è anche uno strumento da sempre utilizzato per la ricerca interiore, per entrare profondamente in contatto con sé stessi. Storicamente i riti sciamani che alteravano lo stato di coscienza dei giovani per permettere loro di entrare profondamente in contatto con sé stessi avevano nella musica lo strumento fondamentale. Il tamburo è considerato, da molti studiosi, lo strumento sciamanico per eccellenza (La terra reale, dei, spiriti e uomini in Nepal, Levi, Roma, 1988 ). Il suono prodotto dal tamburo dà origine ad un’onda dall’aspetto molto irregolare, in quanto essa è il risultato di molte onde sonore che si sovrappongono disordinatamente. Di conseguenza più frequenze diverse vanno a colpire zone recettoriali cerebrali ( Villa G., “Gli operatori estatici nepalesi e il medico occidentale“, provocando la produzione di endorfine (Prince R. (editore), “Shamans and Endorphines).
Il moderno corrispettivo del rito sciamanico per gli adolescenti è la discoteca, luogo in cui il ritmo assordante ha una frequenza spesso superiore ai 200 bpm ed ottiene un effetto analogo di trance.
Un modo diverso ed importante per vivere la musica è quello di suonarla e non solo di ascoltarla.
La musica ha in questo caso un ruolo importante soprattutto nell’integrazione delle diversità. Suonare un brano invece di ascoltarlo soltanto costituisce un atto che ha molti significati. Si impara infatti il valore del lavoro di gruppo e si esce dall’individualismo, ci si mette al servizio di tutti gli altri e si aiutano i colleghi in difficoltà perché la performance finale è il risultato della somma omogenea delle prestazioni individuali. Si impara a valorizzare gli altri ed a conoscere i propri limiti, si impara a collaborare e non a sopraffare coloro con cui si condivide il progetto. Questo, se da un lato aumenta l’autostima dei ragazzi più deboli, contemporaneamente diminuisce i comportamenti prepotenti ed auto centrici.
Inoltre in questo contesto artistico vengono valorizzate e condivise le diversità culturali, i suoni e le tradizioni tipiche delle regioni del mondo, costituendo un fantastico strumento di inclusione e integrazione. Si imparerà che il termine “contaminazione” nella musica vuol dire “arricchimento”, ed è assolutamente in antitesi con la xenomusicofobia direttamente collegata al modello della disuguaglianza, che ha il fondamento nella teorizzazione che in una determinata cultura esistano elementi “puri” da difendere da altri elementi ritenuti estranei e dannosi. Potremo quindi suonare brani della tradizione regionale o nazionale arricchiti da sonorità balcaniche, come è accaduto negli ultimi anni alla “pizzica” pugliese con le influenze balcaniche di Goran Bregović, da ritmi latino americani o tribali e scoprire che la nuova identità del brano è più ricca e più emozionante.
I laboratori musicali hanno questo effetto sugli adolescenti, far provare con le esperienze vissute quelle emozioni che rafforzano il processo di crescita, di autostima, di accettazione del diverso, di apertura culturale al nuovo.
Anche la tecnologia viene oggi in aiuto. Benché in quarantena, è possibile comunque attivare laboratori che non facciano perdere agli adolescenti il senso di comunità e di inclusione. Molti esempi di condivisione telematica di un gruppo musicale in cui ognuno suona dal remoto della propria casa, ma virtualmente insieme agli altri hanno portato in questi giorni a pregevoli flash-mob. Un ulteriore aspetto importante del “fare musica” e non solo di ascoltarla è l’acquisizione della consapevolezza di una realtà che l’attuale proposta dei media tende a distorcere. Dei talent si è molto discusso, ma indubbiamente il danno profondo che procurano agli adolescenti è far loro credere che è possibile avere successo e danaro nella vita senza studiare e lavorare duramente, ma solo riuscendo ad apparire sul piccolo schermo. Inoltre sono un fortissimo stimolo verso l’individualismo e non verso la condivisione. Studiare musica ed impegnarsi nei laboratori con la propria band, esibirsi, restituisce ai ragazzi la consapevolezza del reale che poi viene traslata sui diversi aspetti della vita. Si accorgono presto che miglioramento e successo sono dipendenti dallo studio e dall’impegno messo nella realizzazione di un progetto o di un obbiettivo.
La diffusione nei social della musica e sue applicazioni (Hadjichristos)
Di seguito, giusto per dare una idea,
elenchiamo alcune delle app o browser disponibili
sulla rete e sui dispostivi per
ascoltare e/o creare musica e/o video:
1. TotalDownloader
È un browser che integra un download manager che permette di scaricare qualsiasi tipo di file. È anche in grado di convertire gli MP3.
2. All Video Downloader
È un’app che permette di scaricare video da YouTube non è molto stabile e a volte non è semplice da usare a causa delle pubblicità invasive.
3. GetThemAll
Si tratta di un’applicazione molto semplice da usare.
Presenta di un Browser che permette un download manager e quindi di scaricare qualunque file multimediale.
4. Veezie.st
È un’applicazione per Android e IOS (non disponibile su AppStore, perciò sconsigliata su IOS) permette di scaricare qualsiasi file dai servizi streaming ai file hosting. Quest’app è in grado di generare automaticamente i sottotitoli
5. Ponydroid
È un download manager molto avanzato che permette di scaricare video e qualsiasi tipo di file, da servizi di hosting fino a ai servizi streaming.
6. Totalfiles
Se sei in possesso di un dispositivo IOS quest’applicazione è l’ideale per scaricare video e musica è davvero semplice, e nel caso volessi rimuovere tutte le pubblicità puoi passare alla versione pro (4,99) pagando una volta senza ulteriori abbonamenti.
7. Tunein Radio
Come si può intuire dal nome permette di ascoltare musica e programmi radio offline.
8. The Verge
Quest’app permette di aprire il sito in streaming e premendo i tre pallini in alto a destra permette di richiedere il file in background.
9. Dolphin
Questo è un browser esterno che permette di scaricare il file mp3 e poi chiudere il browser e di riprodurre dal centro di controllo la musica.
10. Background Tube e OGTube
Sono due app che hanno lo stesso funzionamento delle altre app, ma sono più stabile poiché sono state progettate direttamente da YouTube.
11. Amazon Music
È una semplice app per riprodurre musica (a pagamento tramite un abbonamento).
12. YouTube Music
È un’app progettata da youtube, ma essendo uscita da poco non è molto stabile.
13. Musica o Apple Music
È un’app disponoibile solo su IOS e ed è a pagamento tramite un abbonamento
14. Spotify (Premium)
Sptifyè applicazione conosciuta da tutti, è un’app molto stabile e gratuita (la versione base) permette di ascoltare qualunque tipo di canzone anche semplici cover che su altre app non sono disponibili. L’unica cosa “scomoda” è che c’è la pubblicità, ma è removibile attraverso il premium con un abbonamento di 9,99 euro al mese.
15. Deezer
Deezer è un’app simile a spotify, anche questa presenta un abbonamento “premium +” che permette di scaricare la musica e ascoltarla offline.
16. Instagram (IGTV)
Instagram IGTV permette di caricare video musicali o altri tipo di video. Quest’app è stata creata appositamente da Instagram per permettere di caricare video superiori ai 50 secondi.
Quest’app si presenta anche come estenzione su instagram stesso.
17. TikTok
È un social creato appositamente per caricare dei video di corta durata dove si balla.
18. Facebook
Facebook permette di caricare ogni tipo di video, compresi quelli musicali, la funzionalità è la stessa di instagram. Se vi state chiedendo perché Instagram abbia adottato la stessa funzione di Facebook è smplice, perché sono entrambe di Mark Zuckerberg.
19. Soundcloud
Soundcloud è una piattaforma dove poter caricare video musicali. È stata una delle prime piattaforme inventate, infatti risale al 2000.
Inquadramento Psichiatrico e Psicologico di uno strumento psico/musicale per la espressione delle emozioni e gestione della elaborazione dei traumi e facilitazione nella individuazione di un percorso formativo individuale nei giovani adolescenti e prima età adulta (Hadjichristos-Mammone)
Quindi, alla luce di quanto sopra da Noi esposto, si può iniziare a ravvisare la possibilità concreta di avviare un programma ad ampia diffusione (scuole, social-media, Tv, Rete Internet, etc.) di trattamento integrato ai fini preventivi in ambito socio-sanitario e di interesse, stimolazione, informazione per gli adolescenti (e non solo), di tutti i gradi e livelli, e, quindi, non solo per quelli affetti da una franca psicopatologia, ma per tutti quei giovani, i quali, sia alle prese con quanto accade in questo periodo, oppure, più generalmente alle prese con le proprie inquietudini e dubbi personali, possano così apprendere a percepire, elaborare, comunicare i propri vissuti emotivi. Tale programma, potrebbe avere nel tempo un impatto importate soprattutto sulle scelte del “domani”, in termini di impegno, interesse, studio, lavoro. L’idea di importare da due mondi diversi, ma attigui, quello dello studio della psiche e quello artistico dello studio della musica, uno strumento/metodo che permetta alle giovani nuove generazioni di entrare in un campo elaborativo ed esplicativo, nonché progettuale della propria esistenza di studenti, al fine di abbattere diverse barriere, da quelle di appartenenza di genere, a quelle emotive e traumatiche, nonché quelle delle proprie aspettative future. L’equipe che ha partecipato a scrivere questo breve articolo, sta iniziando a lavorare a un progetto in questa direzione.
A tale fine, abbiamo individuato tre livelli del funzionamento bio-psico-sociale che riteniamo meritevoli di analisi ed intervento. Essi corrispondono a un progressivo sviluppo delle naturali risorse di adattamento ed evoluzione di cui ogni individuo dispone e che possono essere oggetto, sia di interruzione, blocco, impedimento (a causa, per es di eccezionali eventi traumatici, o a causa dell’accumularsi di esperienze negative, continue e pervasive), sia di esplorazione, potenziamento, miglioramento. Tale processo può aver luogo grazie alla naturale propensione esistente in ciascun individuo, in particolare in quelli più giovani e quindi più plastici (a livello cerebrale), vitali e capaci di generare nuovi progetti. In alcuni casi, come ad esempio quello attuale, è possibile che debba essere in una certa misura “riattivato” e “nutrito” con interventi specifici ed articolati che illustreremo in seguito.
I tre livelli, chiaramente ispirati ai principi della Psicologia Positiva (vedi the Wiley Handbook of Clinical Positive Psychology) e al concetto di sviluppo prossimale (vedi l’opera di Vygotskij) sono i seguenti.
Questo articolo viene prodotto al fine di informare e sensibilizzare la popolazione e a chi di interesse del presente progetto, aperto a collaborazioni esterne con soggetti unici e/o giuridici, interessati a far fronte alla condizione attuale e a quelle problematiche future che si svilupperanno.
Aritotele Hadjichristos Ilario Mammone Ruggiero Ruggeri
Ilaria Bandini Alessia Lo Grande
* si ringrazia per il contributo tecnico Kostantinos Hadjichristos