Mediazione Familiare
La mediazione familiare rientra tra le procedure di risoluzione alternativa dei conflitti ed è finalizzata ad aiutare le coppie coniugate o non coniugate a trovare un accordo successivo al venir meno dell’affetto tra i partner e alla conseguente dissoluzione della coppia. Gli obiettivi della mediazione familiare consistono nella corretta gestione del conflitto tra i partner, nel potenziamento del dialogo all’interno della coppia, nella predisposizione di efficaci programmi genitoriali e nel raggiungimento dell’accordo finale, che prende il nome di memorandum di intesa, con cui le parti definiscono i reciproci rapporti patrimoniale e personali e tutte le questioni relative ai figli minori, laddove presenti.
Il mediatore familiare è un professionista qualificato, esperto di tecniche di comunicazione, che aiuta le parti a ritrovare un dialogo costruttivo per la condivisione delle decisioni che si rendono necessarie a fronte della dissoluzione della coppia. Per tale motivo, il mediatore familiare non riveste il ruolo di giudice o di arbitro, bensì la funzione di soggetto terzo e imparziale, estraneo alla controversia e posto in posizione di “equivicinanza” rispetto alle parti.
La mediazione familiare si incentra sul conflitto, generato dalla crisi scaturita in seno alla coppia e che costituisce la causa della rottura del legame affettivo. La crisi viene rappresentata dal mediatore come un punto di svolta all’interno della storia di vita comune e come una nuova opportunità per entrambi i partner.
La crisi, infatti, spiegano i mediatori familiari, non deve essere vissuta come un momento negativo di dolore e sofferenza, generatore di una spirale discendente del confitto, bensì come evento dal quale entrambi i partner possono trarre un insegnamento su come regolare, stavolta efficacemente, gli assetti futuri, imparando dagli errore commessi in passato.
La mediazione familiare si mostra particolarmente efficace in presenza di figli minori, in quanto consente ad entrambi i membri della coppia di recuperare una gestione armoniosa del rapporto, anche a fronte del venir meno dell’affetto reciproco.
Infatti, lo scioglimento della coppia non deve incidere negativamente sulla vita dei figli minori, che l’ordinamento giuridico italiano considera i soggetti più deboli coinvolti nella crisi familiare. In sede di mediazione familiare, i coniugi – o i conviventi –, lavorano sul proprio ruolo di genitori e affrontano insieme, sotto la guida esperta del mediatore, tutte le questioni relative non solo ai reciproci rapporti personali o patrimoniali, ma anche, e soprattutto, relative ai rapporti con i figli. Per tale motivo, la legge 54/2006 ha introdotto l’art. 155-sexies del c.c., il cui secondo comma stabiliva che “Qualora ne ravvisi l’opportunità, il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l’adozione dei provvedimenti di cui all’articolo 155 per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell’interesse morale e materiale dei figli”. L’introduzione del presente articolo è stata accolta con molto favore dagli avvocati familiaristi, i quali, infatti, hanno compreso l’importanza di indirizzare le coppie in crisi dinanzi a mediatori familiari in grado di aiutarle a definire i propri assetti.
Il vantaggio principale della mediazione, rispetto alla definizione contenziosa del giudizio, consiste innanzitutto nella velocità.
La mediazione familiare, infatti, costituisce un vero e proprio percorso che le parti si impegnano a percorrere assieme e che ha una durata media di circa otto incontri, ciascuno con cadenza settimanale, per un totale di circa due mesi. Inoltre, a differenza di quanto accade in occasione delle transazioni, le parti, al fine di definire la controversia in corso, non debbono farsi reciproche concessioni o rinunce.
Al contrario, la mediazione aiuta le parti a raggiungere l’accordo migliore per ciascuna di esse, dimodoché detto accordo, oltra a rappresentare la scelta più vantaggiosa per entrambi i partner, è munito anche dei requisiti minimi che ne possano garantire la stabilità nel tempo e l’adesione spontanea da parte degli stessi.
All’esito del procedimento di mediazione, le parti sono consapevoli del fatto che il risultato ottenuto è davvero il migliore per entrambe e, quindi, si impegnano reciprocamente a rispettare gli accordi intrapresi. Per tale motivo, è importante che tutti i professionisti che operano nel settore del diritto della famiglia comprendano l’importanza della mediazione familiare e si aprano con fiducia nei confronti di questo istituto dalle grandi potenzialità.
Alessandro Cocola