
Azienda: Farsi pubblicità in modo utile e intelligente
L’Associazione Sviluppo Europeo resta una non profit, priva di interessi lucrativi e formata dalla volontà di professionisti che hanno scelto di parteciparvi mettendo a disposizione la propria competenza.
Certamente i Consulenti che collaborano troveranno interesse nella possibilità di poter instaurare nuovi contatti verso i quali potrebbero poi stabilire un rapporto di lavoro che trascende con la collaborazione resa all’Associazione.
Questa “attività” di non profit, direttamente o indirettamente, ha portato comunque ad offrire un beneficio, quanto meno in termini di buona propaganda non autoreferenziale nei confronti dei professionisti convenzionati, e beneficio agli utenti che traggono convenienza, diventando così un ottimo espediente, in questo caso “gratuito” per i professionisti e utile per chi ne usufruisce.
Lo spunto di riflessione, unitamente alle varie argomentazioni che vengono trattate dall’ASE, ci ha portati ad approfondire un’argomento di grande interesse, in questo caso da parte delle aziende che, sempre più, ci chiedono come farsi notare e guadagnare più clientela in un momento di pronunciata crisi economica dove farsi pubblicità sta diventando sempre più costoso, lo abbiamo chiesto a Commercialisti specializzati nel settore della comunicazione e marketing, Registi e Case di produzioni.
La pubblicità televisiva su reti nazionali costa mediamente tra i 200 e i 300 mila euro per uno spot pubblicitario di 30 secondi a cui si aggiungono i costi di produzione che risulterà difficile stimare perché dipende da luoghi, attori e situazioni da narrare.
I costi si riducono notevolmente avvalendosi di reti televisive locali
Il costo della pubblicità in televisione è basato dalla produzione e trasmissione, per la creazione dello spot televisivo dipenderà dall’agenzia pubblicitaria e troupe di produzione, mentre i costi di trasmissione dipendono principalmente dal listino offerto dalle varie emittenti in base alla durata dello spot.
Secondo dati facilmente reperibili in internet, le tv locali decidono singolarmente i prezzi, il minimo per un emittente di breve raggio di trasmissione si aggira sui 1.000 €. si potrà scoprire dunque come i costi di produzione di annunci televisivi variano da 2.000 euro a oltre 50.000 secondo l’importanza del girato e la rete cui ci si dovrà affidare, mentre per le Reti nazionali i costi di trasmissione in media vanno dai 90mila euro a 300mila.
Puoi produrre uno spot televisivo in diversi modi, a seconda delle capacità creative del tuo team e del tuo budget pubblicitario, ma è chiaro che tutto dipenderà dall’agenzia pubblicitaria cui ci si affida per uno spot televisivo e dal coinvolgimento dei personaggi, per questo anche volendo ridurre la spesa alla fine si parlerà di costi che più o meno si aggireranno tra i 10.000 / 20.000 euro, fino a superare i 50.000.
La durata della pubblicità inoltre influenzerà naturalmente sia i costi di produzione che quelli di trasmissione.
Nella comunicazione per la presentazione di un brand, l’azienda espone il proprio prodotto esaltandone le qualità, nella speranza di raggiungere il target.
Il prodotto che si pubblicizzerà andrà così a competere con altri, qui vale il livello di attenzione che dovrà gareggiare tenendo conto anche di un clima di forte distrazione dovuto da altri fattori che nel contempo potranno distoglierne l’attenzione.
Le informazioni sulla propria attività che ricadono su un limitato o a volte specifico numero di persone, non sempre costituiscono notizia significativa o suscita interesse attivo per l’opinione pubblica verso il prodotto o brand proposto e, ancor più vero, spesso l’autoreferenzialità non paga.
Se si ha un budget limitato o non si è sicuri di voler investire bene, meglio prendere in considerazione altre strategie pubblicitarie e di marketing alternative.
Apprendiamo che una delle strategie nell’investire in pubblicità ad esempio, è la formula del product placement, ovvero l’inserimento di un marchio, un prodotto o un servizio all’interno del contesto narrativo-espressivo di un’opera audiovisiva, anche in questo caso molto dipenderà dal tipo di opera cui si vorrà partecipare.
C’è la possibilità di aumentare la visibilità di un brand o di un prodotto, soprattutto in proporzione al successo dell’opera o del contenuto audiovisivo nel quale viene veicolato il messaggio.
Con il product placement infatti “i marketer” possono raggiungere un pubblico più ampio, con il vantaggio anche di lasciare che il proprio brand risulterà presente anche in futuro, se si tratta di un filmato che non è legato ad un semplice spot, bensì ad una pubblicazione che potrebbe essere più volte proposto o oggetto di riferimento.
Questa tecnica pubblicitaria consente alle aziende di lavorare sulla propria brand identity permettendo loro di associare il brand a concetti, caratteristiche o stili di vita specifici, evocati o trattati nel film.
Il product placement nelle opere cinematografiche ricorre al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 28 art. 9, comma 3, disciplinato dal Decreto Ministeriale del 30 Luglio 2004 precisando le seguenti condizioni:
- la presenza dei marchi deve essere palese, veritiera e corretta;
- deve integrarsi nello sviluppo dell’azione, senza interrompere il contesto narrativo;
- l’inserimento deve essere indicato nei titoli di coda, con i riferimenti alle imprese inserzioniste;
- il rispetto delle norme sulla comunicazione pubblicitaria.
Nella disciplina in materia di comunicazioni televisive il product placement si trova nel D.lgs. 44/10, sempre con la precisazione che le pubblicità devono essere riconoscibili come tali, vietando le pubblicità occulte.
Il rispetto delle norme sulla comunicazione pubblicitaria è garantito dall’attività di vigilanza dell’AGCOM.
Nel caso invece il film verso cui si vuole associare la partecipazione della propria azienda non trova spazio per ambientazione o argomentazione, si potrà anche pensare di diventare “patrocinatore” del film in questione, in modo da poter, lecitamente e a ragion veduta, portarla in giro allo scopo di presentare l’opera che, inevitabilmente, porterà l’attenzione all’azienda promotrice attraverso conferenze stampa o con l’ausilio di eventuali influencer marketing.
Se dunque il costo per uno spot pubblicitario potrà apparire troppo esoso e non coerentemente certo il risultato o si teme che l’aspettativa dei ricavi non compensino la spesa, finanziare o partecipare ai costi per un progetto cinematografico invece potrà risultare assai interessante per farsi pubblicità, facendo entrare il brand nella memoria a lungo termine delle persone, in modo tale che i ricordi sul marchio possano essere riattivati al momento opportuno.
Investire in produzioni cinematografiche conviene all’impresa:
- detrazione dell’investimento dalle tasse;
- immediato ritorno di immagine a beneficio del fatturato;
- l’opportunità e vantaggi dell’investimento nel cinema, come Tax credit e altri benefici per le aziende esterne alla filiera cinematografica, offrono immediatamente soluzioni che vanno al di là dei benefici sulla conoscenza e promozione del proprio brand.
La detrazione dalle tasse con le compensazioni nell’F24 è certa, se poi si punta su un film che presumerà anche utili per incassi o ricavi da altro, firmando un buon contratto con la casa di produzione, oltre a farsi propaganda si potrà guadagnare una buona parte di quanto versato alla società di produzione che verrà restituito sotto forma di anticipo sugli utili del film.
Un contratto di investimento di questo tipo è un innovativo strumento che ogni azienda dovrebbe conoscere per promuovere il proprio brand, la dice lunga il Biscottificio di Verona che ha finanziato “La grande bellezza” di Sorrentino, ora conosciuto in tutto il mondo…
In proporzione quindi alle proprie disponibilità, l’azienda potrà pensare di farsi pubblicità ideando o finanziando, in toto o in parte un film, sia esso un cortometraggio, un documentario o cinema.
E’ possibile inoltre ottenere finanziamenti previsti da bandi regionali e nazionali, abbattendo il costo di produzione.
In Italia le Film Commission erogano fondi regionali a sostegno delle produzioni nella loro area di competenza. Stati ed autorità regionali offrono ai produttori dei vantaggi economici in modo da ottenere un aumento dell’occupazione locale derivante dal film.
La percentuale di guadagno per i cinema sul prezzo dei biglietti è bassa rispetto a quanto ottiene una casa produttrice del film.
Dai tempi di Carosello la sfida dei brand è sempre stata quella di combattere il sovraffollamento pubblicitario e guadagnarsi un posto nello spazio mentale dei consumatori in grado di mantenere il coinvolgimento emotivo e l’interesse alto durante tutta la fruizione della pubblicità, magari raccontando una storia…
La psicologia ci insegna inoltre che sensazioni forti riescono a creare un ricordo più duraturo nella mente umana.
Concludendo, ma non per importanza di riflessioni, finanziare o co-finanziare un film scritto per evidenziare, ad esempio, la storia di un personaggio storico importante per un luogo, una regione o, meglio ancora, un film che metta in risalto un importante azione che un determinato personaggio ha svolto nell’ambito della cultura, dell’ambiente, dell’impegno sociale o comunque della collettività, rimarrà sempre una storia da raccontare nel tempo ed in ogni luogo, questo farà la differenza.
L’attenzione che verrà rivolto alla storia che si vorrà adottare, porterà all’azienda la giusta attenzione che, inaspettatamente, lo distinguerà tra i competitor ogni volta che l’utente / il consumatore rivedrà il filmato.
Si ringraziano i professionisti, case di produzione, registi con cui siamo in contatto, che ci hanno consentiti l'approfondimento sull'argomento